Allevare in salute: il modello della Piemontese fa scuola in Italia. SUCCESSO DEL MEETING DI FOSSANO

FOSSANO. Il percorso “virtuoso” dell’esperienza piemontese nella filiera dell’allevamento del bovino da carne è stato al centro del meeting tenutosi con successo lunedì mattina 4 dicembre nella sala “Brut e Bon” del Foro boario di Fossano. Un incontro promosso dall’Aia (l’associazione italiana allevatori) con Arap, Anaborapi, Asprocarne e Coalvi che ha messo a fuoco il modello di eccellenza della razza Piemontese. Ne hanno parlato allevatori, tecnici e studiosi moderati da Claudio Destro, vicepresidente dell’Aia.

A fare gli onori di casa ha provveduto Cristina Ballario, assessore all’agricoltura  di Fossano, una delle patrie del Fassone, che qui andava all’asta già negli anni Cinquanta, attirando le telecamere del pioniere Rai Mario Soldati.

In sala anche nomi illustri della Coldiretti, quali il delegato confederale Bruno Rivarossa e il direttore della federazione di Cuneo, Tino Arosio. Un saluto “speciale” è venuto dall’onorevole Mino Taricco, da sempre attento al mondo agricolo: “Per esperienza conosco la grande opera svolta dal sistema allevatoriale piemontese, al quale auguro di raggiungere i traguardi che si merita”.

Roberto Chialva, presidente Arap, ha ripreso le tappe di quel “cammino” virtuoso che ha portato l’associazione piemontese a mettere in piedi una filiera oggi esempio per l’intera zootecnia nazionale.

Hanno fatto seguito le relazioni di Roberto Villa, ordinario di Farmacologia e Tossicologia Veterinaria dell’Università di Milano su “Quadro normativo relativo all’utilizzo di antibiotici e prospettive future d comparto “; Sergio Bormida, veterinario libero professionista, su “Utilizzo del farmaco nell’allevamento da carne “; Enrico Sturaro, del Dipartimento di Agronomia dell’Università di Padova su “Efficienza economica e gestionale dal punto di vista zootecnico “; Alessandra Tropini, responsabile dell’Ufficio consulenze Arap su “L’impegno dell’Arap a sostegno dell’allevamento da carne in Piemonte “ e di Andrea Quaglino, direttore Anaborapi, su “Nuovi obiettivi di selezione della Piemontese nell’ambito del Progetto I-Beef”.

Il dato sottolineato a più voci è che “allevare in salute”, in Piemonte non è solo uno slogan. L’opera di sensibilizzazione sul benessere animale è stata accompagnata da una grande attenzione alla selezione genetica (con protagonista l’Anaborapi di Carrù) e da tutta una serie di interventi nel campo dell’assistenza tecnica e specialistica, oggi in ulteriore crescita con il potenziamento dei laboratori. Passi da gigante – è stato rilevato da più parti – si sono compiuti anche sul fronte del discorso “qualità”, attraverso procedure di certificazione e attestazione del prodotto che dall’esperienza del Coalvi hanno portato al riconoscimento dell’Igp europeo al Vitellone della coscia piemontese.

“Un lavoro lungimirante – ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, che ha concluso il convegno – portato avanti con serietà e professionalità dal sistema degli allevatori. E su questa strada del miglioramento selettivo, della qualità della carne e del benessere animale il Piemonte continua a non mollare e a guardare avanti”.

In questo clima di risultati positivi, da registrare anche il buon livello del ristallo (allevamento e ingrasso) in cui è stato importante il ruolo svolto dall’Asprocarne.