DRONERO PREMIA L’ECCELLENZA DEI CAVALLI DI MERENS. Proficua collaborazione tra Italia e Francia

DRONERO. Cavalli di Merens, una passione in crescita. Lo conferma la Mostra nazionale 2018 organizzata dall’ARAP in collaborazione con l’associazione italiana dell’omonima razza che si è tenuta a Dronero lo scorso weekend. Le passerelle sul ring di Pra Bunet, con le dimostrazioni di utilizzo, hanno dimostrato la proverbiale affidabilità unita a doti innate di polivalenza del cavallo morello originario dell’Ariége, sui Pirenei francesi. E la sfilata di una cinquantina di cavalli utilizzati sia a sella che all’attacco per le vie di Dronero con l’attraversamento del ponte medioevale, ha certificato l’ammirazione del pubblico per questi rustici e nobili equini allevati ormai da 40 anni in Italia.

Al termine della “tre giorni”, che per la sesta volta si è tenuta nella capitale della valle Maira, la giuria internazionale ha eletto i vincitori della rassegna. Il campione senior è Eknaton du Fouan di Philippe Giband; la campionessa della medesima categoria è Delice del Castel di Fabrizio Bagnis. Tra i campioni junior al maschile si impone Gulus de la Rocha di Roberto Arnaudo, mentre al femminile la palma della vittoria va a Favelo del Castel di Fortunato Bonelli. Il Grand Prix Merens 2018 è appannaggio di Vadouce du Courbas.

Accanto ai nomi degli allevatori storici del Cuneese, ancora una volta premiati, figurano nelle classifiche personaggi celebrati negli ambienti francesi del mondo Merens, che vede oggi al vertice del movimento Sherpa Catherine Alzieu, moglie del leggendario patron Jean Pierre Alzieu.

Osserva il dottor Roberto Facelli, responsabile delle attività ARAP e specialista della razza: “La mostra di Dronero conferma ed esalta i legami tra Italia e Francia nella gestione di un patrimonio zootecnico di eccellenza qual è il cavallo di Merens. In terra d’oltralpe gli Haras Nazionaux hanno compiuto un percorso riorganizzativo per tanti versi analogo alla riforma del Sistema Allevatoriale italiano, ed oggi la storica collaborazione conosce un interessante sviluppo, soprattutto nell’ambito del miglioramento genetico”.

La riprova è data dal fatto che i nostri campioni si fanno onore in terra francese, così come gli stalloni transalpini conquistano le graduatorie italiane (è successo anche a Dronero), dando vita a un interscambio di morelli che non può che produrre i migliori risultati per la selezione della razza di origine pirenaica.

Resta un piccolo cruccio da risolvere: nonostante il libro genealogico francese dei Merens sia ripreso dal registro anagrafico italiano, manca ancora il reciproco riconoscimento da sancire con un’intesa ministeriale franco-italiana. Un passo che si spera di compiere nell’ambito dei prossimi accordi bilaterali tra Roma e Parigi.